02/01/2025 IL CARO RC AUTO PROSEGUE MA RALLENTA
I premi Rc auto continuano a correre, ma rallentano. Lo afferma l’Osservatorio di Facile.it, secondo cui lo scorso dicembre per assicurare una vettura a quattro ruote c'era bisogno mediamente di 643,95 euro. Con un aumento del 6,19% rispetto a 12 mesi fa, ma con una frenata rispetto al ritmo precedente.
"Il rallentamento dell’inflazione e la stabilizzazione dei tassi di sinistrosità stanno sicuramente iniziando ad avere i primi effetti positivi sul fronte dei prezzi Rc auto, che nel corso del 2024, pur rimanendo elevati, hanno visto rallentare il loro trend di crescita", ha infatti affermato Andrea Ghizzoni, managing director assicurazioni del comparatore.
"Se il contesto economico rimarrà stabile, ci aspettiamo che gli effetti positivi si trasmettano integralmente sul mercato Rc auto", ha proseguito Ghizzoni, "E che la curva di prezzi possa tornare a stabilizzarsi".
Oltre a questo, ci saranno anche oltre 585.000 automobilisti (l'1.78% del totale) che, a causa di un sinistro con colpa dichiarato nel 2024, vedranno peggiorare la classe di merito, con aumento del costo della Rca (l'analisi è stata effettuata su 955mila preventivi raccolti su Facile.it tra novembre e dicembre 2024).
Il dato per regioni vede la Toscana in testa, con il 2,34% degli automobilisti che pagherà di più il premio dell’Rc auto. Seguono, nella classifica di Facile.it, i guidatori di Sardegna (2,29%) e Liguria (2,15%), mentre le percentuali più basse si sono registrate in Basilicata (1,26%), Calabria (1,30%) e Trentino-Alto Adige (1,40%).
Per province è in testa Prato (3,35%), seguita da Cagliari (2,85%) e Grosseto (2,64%), mentre le ultime, all'1% o più basse, sono Crotone, Ferrara e Rovigo.
Il dato è più altro tra le donne (1,99%) rispetto agli uomini (1,65%), mentre sono i giovani a causare meno incidenti: quelli dai 19 ai 24 anni sono a 1,51% la fascia 25-34 anni a 1,58%. La percentuale sale per i 55-64enni (1,84%) e gli over 65 (2,30%).
Per professione, a causare più sinistri sono stati gli agenti di commercio (3,13%), seguiti da pensionati (2,24%) e impiegati (1,85%).