08/04/2021 VACCINI E RESPONSABILITÀ CIVILE: L'OPINIONE DI STEFFANO
La campagna vaccinale è al centro dell'attenzione dei media internazionali, e rappresenta la speranza di uscire dall'incubo del Covid. Sotto i riflettori ci sono soprattutto l'efficacia e gli effetti collaterali dei vaccini in circolazione.
Ma c'è attenzione anche per i medici e per la loro responsabilità nella cura del Covid e nella conduzione delle campagne vaccinali. Sono infatti state "vibranti" le "invocazioni da parte di tutti gli operatori sanitari tese ad ottenere quello che viene ormai comunemente definito “scudo penale”, a scarico di ogni eventuale responsabilità professionale legata al contesto epidemico emergenziale all’interno del quale sono chiamati a svolgere le proprie attività", afferma Attilio Steffano (nella foto), presidente di Assimedici, in una dichiarazione inviata alla stampa.
"Non sono mancati gli altrettanto numerosi e spesso disordinati richiami assicurativi, distribuiti tra offerte di coperture diversamente declinate dedicate al rischio Covid, e pareri sull’inclusione o meno della collegabilità causale del Covid nelle coperture della Rc medica”, prosegue il presidente di Assimedici, società che ha incluso in tutte le polizze di responsabilità civile per i dottori gli eventuali rischi derivanti da inoculazione di vaccino.
"L’importante campagna vaccinale faticosamente avviata, valutata come l’unica azione di ragionevole impatto risolutivo nei confronti di questa pandemia, ha aggiunto nuovi interrogativi legati alla necessaria estensione del numero dei soggetti vaccinatori reclutabili", prosegue Steffano.
"Il decreto legge 1 aprile 2021 n. 44 (Misure urgenti per il contenimento dell'epidemia da COVID-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2) dedica uno specifico articolo all’argomento escludendo "ogni responsabilita' penale da somministrazione del vaccino anti Sars-Cov-2 quando l'uso del vaccino è conforme alle indicazioni contenute nel provvedimento di autorizzazione all'immissione in commercio emesso dalle competenti autorità e alle circolari pubblicate sul sito istituzionale del Ministero della salute relative alle attivita' di vaccinazione".
Appare evidente, puntualizza Steffano, "come la nuova norma consideri la somministrazione di un vaccino come un atto operativo di ragionevole semplicità". E questo perché "sono altrettanto semplici le istruzioni a questa correlate. Infatti, lo stesso provvedimento non fa alcun riferimento alla identità delle figure professionali vaccinatrici, lasciando così ampia possibilità di inclusione futura di ogni categoria professionale ritenuta pertinente. Quale colpa", si chiede Steffano, "potrebbe configurarsi per aver iniettato un siero i cui possibili rischi sono comunque in parte ancora sconosciuti anche alla rispettiva casa farmaceutica (in capo alla quale permane ogni eventuale responsabilità in quanto produttore) e la cui scelta non viene demandata al soggetto vaccinatore? Attualmente è stato previsto che il vaccino possa essere somministrato anche dalla categoria dei farmacisti, preventivamente formati allo scopo attraverso la frequenza e il superamento di un apposito corso, erogato in modalità Fad, con riguardo alla attività di inoculazione vaccinale, alla compilazione e relativa interpretazione del modulo standard di triage pre-vaccinale predisposto dall’Istituto Superiore di Sanità”, dice il numero uno di Assimedici, società che insieme a Sanitassicura, ha stretto una convenzione assicurativa con Federfarma per le coperture di Rc per le farmacie, per gli eventuali rischi derivanti dalla inoculazione di vaccino.
“Naturalmente ogni sanitario che presterà la propria opera all’interno di questa campagna straordinaria di vaccinazione nazionale, senza essere precedentemente contraente o assicurato da una polizza di Rc professionale, potrà reperire sul mercato le coperture già disponibili, da considerarsi tassativamente in nessun caso sostitutive per le attività extra vaccinali. Questo perché sono limitate allo svolgimento di questo intervento contingente di massa".
Rischio e assicurazione, chiude Steffano, "sono argomenti che devono essere trattati con la necessaria competenza in ogni momento della comunicazione, in modo da non lasciare alcun spazio a interpretazioni scorrette e inopportune da parte di chi viene ogni giorno già fatto bersaglio di messaggi “paraspecialistici” spesso tra loro contradditori”.