12/03/2020 I SERVIZI ASSICURATIVI RESTANO APERTI. E LE ASSOCIAZIONI AGENTI...
Chiusi negozi e attività commerciali non essenziali, compresi bar, ristoranti e birrerie. Fabbriche e industrie aperte, ma con specifiche misure di sicurezza. Sì ai trasporti pubblici e ai servizi essenziali: aperti alimentari e farmacie, ma anche edicole e tabaccai. Aperti anche i servizi bancari, postali e assicurativi.
Nel nuovo lockdown deciso dal governo con l'ultimo decreto coronavirus, dunque, il mondo della polizza è fra le pochissime attività commerciali a funzionare. Ma le restrizioni ai movimenti - assolutamente necessarie per rallentare la catena dei contagi – avranno comunque un impatto molto forte sugli agenti e sugli assicurati. Una circostanza inevitabile, che però “produce un grave danno economico anche alle agenzie di assicurazioni che offrono lavoro al comparto, complessivamente di oltre 250.000 unità", aveva scritto Anapa il 10 marzo, dopo il decreto precedente, in una lettera ad Ania e Ivass. "Servono quindi misure immediate e straordinarie per evitare l’indebitamento ed il fallimento di molti”.
Anapa suggerisce in una nota alcune misure immediate: sospensione delle rate di rivalsa a carico delle agenzie fino a data da destinarsi; misure economiche straordinarie perché gli intermediari possano fronteggiare i costi fissi (stipendi dei dipendenti e affitti); erogazione nei prossimi mesi, da parte delle compagnie, del delta provigionale "tra il mese corrente e lo stesso mese dell’anno precedente"; anticipo delle incentivazioni sui risultati 2019.
“Non solo”: ha affermato Vincenzo Cirasola, presidente di Anapa. “Sono necessarie anche misure che tutto il comparto assicurativo deve adottare per favorire gli stakeholder del mercato. Chiediamo infatti di aumentare il periodo di mora di tutte le polizze almeno a 60 giorni, di sospendere l’incasso delle franchigie e di aumentare altresì il periodo entro il quale incassare le regolazioni delle polizze aziende garantendo la copertura delle ditte assicurate. Da ultimo, incentivare le coperture sanitarie a beneficio della sostenibilità del sistema sanitario nel suo complesso”.
Anche lo Sna si è mosso, con una circolare inviata oggi agli agenti. "Il sindacato", si annuncia nella lettera "sta predisponendo alcune (prime) misure concrete di supporto alle agenzie. Questo anche perché le compagnie, le nostre mandanti, ad oggi non hanno messo in atto alcun serio provvedimento di sostegno economico/finanziario alle gestioni agenziali, nonostante quasi tutti i gruppi aziendali agenti si siano prontamente attivati, alcuni in sinergia con il sindacato. Evidentemente", prosegue la circolare, "gli utili miliardari dell’industria assicurativa italiana, non sono bastati a convincere i super-manager della necessità di “mettere mano al portafoglio”, concedendo ad esempio il raddoppio dei termini per la rimessa degli incassi, la sospensione incondizionata delle rivalse per almeno un anno, un contributo provvigionale straordinario, anch’esso incondizionato, di almeno il 50% delle provvigioni maturate negli stessi mesi dell’anno precedente, da erogare per tutto il periodo di emergenza nazionale e senza obbligo di restituzione (non deve trattarsi cioè di un anticipo, ovvero di un prestito sulle future provvigioni, ma di un’erogazione, di un contributo non ripetibile anche perché, in caso contrario, non sarebbe corretto parlare di contributo ma di semplice anticipo di quanto dovuto)".
Tra le prime misure suggerite agli agenti, "la messa in astensione dal lavoro di parte del personale. L’afflusso della clientela in agenzia, infatti, parrebbe ridotto su tutto il territorio nazionale. In alcune aree addirittura cessato". Ai lavoratori "si potrebbero presentare di fronte due possibilità: lo smart working oppure l’invito a mettersi in congedo o ferie eventualmente fino al 3 aprile. Nella “peggiore” delle ipotesi potrebbe trattarsi di quattro settimane".
Negli scorsi giorni, Sna e Anapa erano ripetutamente intervenuti sulla situazione delle agenzie e l'emergenza-coronavirus, con lettere sia all'Ania, sia a Gaa e iscritti.
Enrico Levaggi