31/03/2020 GAGI E GAAT: "GENERALI, ORA CHIEDIAMO INVESTIMENTI"
Gagi e Gaat (cioè il gruppo degli agenti "storici" delle ex Assicurazioni Generali e quello degli intermediari di provenienza Toro) hanno inviato una lettera congiunta a Philippe Donnet e Marco Sesana, rispettivamente group ceo e country manager della mandante. Un'unità di intenti significativa, dato che i due organismi aziendali sono conosciuti per avere posizioni differenti e, oltretutto, aderiscono a due sindacati diversi (il Gaat ha come punto di riferimento Sna e il Gagi Anapa).
Nel documento, Gagi e Gaat esprimono apprezzamento per la prima fase di misure introdotte da Generali Italia (anticipo di alcune partite economiche e dilazioni di pagamento come quelli della rivalsa), ma ora chiedono un nuovo impegno. E cioè "una serie di investimenti reali, che siano in grado di sostenere le agenzie".
Nel dettaglio, le due rappresentanze aziendali chiedono la costituzione di un nuovo fondo di solidarietà ("di consistente entità e adeguato") per le agenzie e i loro collaboratori e dipendenti.
Oltre a questo, specifica una nota, "è importante che la compagnia eroghi un supporto economico alle agenzie pari al delta, se negativo, tra il pay out marzo/giugno 2019 e marzo/giugno 2020, una sovra-provvigione straordinaria, su tutti gli incassi rami danni e aumenti l’attuale management fee sul capitale gestito".
I due gruppi chiedono pure che la mandante proroghi gli accordi integrativi in vigore, adeguando i parametri e altri aspetti economici previsti, riducendo e sospendendo gli affitti dei locali di proprietà delle compagnie. Richiesta questa, precisa una nota, "da avanzare anche alle proprietà di terzi".
Infine, Gagi e Gaat hanno chiesto che una parte del budget messo a bilancio dalla compagnia per varie attività (incentivi e rappel 2020, premi produttivi personalizzati sulle reti secondarie, viaggi premio per intermediari e collaboratori, progetti delle direzioni commerciali e via dicendo) sia utilizzato a favore della rete agenziale.
“Siamo riusciti a ottenere una prima boccata d’ossigeno", afferma Vincenzo Cirasola, presidente del Gagi. "Ora però dobbiamo agire per preservare e non far “soffocare” il patrimonio più importante della compagnia, cioè la rete distributiva, e per questo motivo abbiamo rivolto una serie di proposte per chiedere degli investimenti reali a favore della rete agenziale con soldi veri e non solo con anticipi e parole di riconoscimento. Sono anche contento che la proposta sia stata condivisa con il Gaat, perché siamo stati tra i primi a condividere l’appello all’unità della categoria e perché crediamo che in momenti come questi si debba mettere da parte il colore della propria maglia e lavorare all’unisono per tutti gli agenti”.
“Ci troviamo a vivere una delle battaglie più insidiose della storia delle assicurazioni in Italia, che io ricordi”, ha detto, da parte sua, Roberto Salvi, presidente del Gaat. "Quanto avvenuto non è ovviamente colpa né delle compagnie, né dei sindacati né degli agenti e tutti invece pagheranno un prezzo molto alto. Di conseguenza, non mi sembra questo il momento dei contrasti e delle minacce. Mi riferisco alla scelta Sna, quanto meno discutibile, di sbandierare ad Ania prima la minaccia di iniziative sindacali per poi scrivere di nuovo, sempre ad Ania dopo qualche giorno, una seconda lettera questa volta accorata. Il tutto senza collegarlo e renderlo coerente con le richieste formulate al governo, che invece andrebbe coinvolto e responsabilizzato quanto prima, avendo chiamato la categoria a garantire “nel rispetto delle norme igienico-sanitarie” il servizio, senza però aiutarci minimamente. Aggiungo che le lettere ad Ania non sono state condivise, come si sarebbe dovuto fare, all’interno del comitato dei gruppi. Non dichiaro queste cose per amore di polemica, non è utile in questo momento, ma per imprimere un auspicabile necessario cambio di passo e di atteggiamento da parte del sindacato nel quale mi riconosco. Agenti, gruppi, sindacati e compagnie devono fare sistema e provare a sostenersi a vicenda in questa emergenza, cercando di superare divisioni e personalismi. Detto questo credo di aver fatto tutto il possibile per tutelare i colleghi che rappresento chiedendo anche, negli ultimi giorni, stanziamenti a fondo perduto e unendo le forze del Gaat con quelle del Gagi, in piena coerenza con quanto sopra dichiarato. Non è facile convincere una compagnia a sostenere la perdita di reddito degli agenti attingendo ai propri bilanci, ma sono ottimista”.
Enrico Levaggi