22/06/2017 BROKER IN CRESCITA, AIBA PROPONE VADEMECUM SULLA LEGGE GELLI
Il rallentamento del mercato assicurativo non frena la crescita dei broker: la legge Gelli-Bianco sulla responsabilità professionale nell’ambito sanitario apre inoltre nuovi, importanti spazi di attività. L’assemblea di Aiba, l'Associazione italiana brokers di assicurazioni e riassicurazioni (nella foto un momento dell'incontro), ieri a Milano ha fatto il punto sulla situazione del settore e sulle prospettive che si aprono con la legge, 24/2017 in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita e responsabilità professionale di medici e personale sanitario.
I numeri dei broker. Nel 2016 i broker hanno complessivamente gestito 16,6 miliardi di euro, per una quota di mercato dell’11,5% (10,3% a fine 2015). Nei soli rami danni hanno gestito 14,9 miliardi di euro, pari al 41% (39,7% nel 2015) del comparto. “Tenendo conto che il mercato assicurativo italiano ha registrato un decremento dell’8,7% a 134,2 miliardi”, sottolinea un comunicato dell’Aiba, “si tratta di valori decisamente rilevanti, che confermano il broker quale figura professionale di riferimento per il trattamento dei rischi del nostro Paese: oltre il 65% dei rischi industriali sono intermediati da broker”.
“Le perduranti difficoltà del contesto economico e la frenata del mercato assicurativo non fermano la crescita del brokeraggio”, sostiene il presidente di Aiba, Luca Franzi de Luca, “a fine 2016 risultavano 1.697 le aziende iscritte al Rui (Registro unico degli intermediari), pari a un aumento del 4,9% rispetto all’anno precedente. “E’ oltremodo significativo come, di fronte all’arretramento del mercato assicurativo, i premi complessivamente gestiti dai broker siano ulteriormente cresciuti a 16,6 miliardi, a dimostrazione di come il mondo delle imprese, della pubblica amministrazione e dei professionisti percepiscano chiaramente i benefici apportati dall’attività di consulenza dei broker”.
La professione del broker continua a costituire un polo di attrazione per gli operatori del settore. Negli ultimi dieci anni si rileva una forte crescita numerica sia delle società (+66,2%) sia delle ditte individuali (+85%), dovuta in buona parte al passaggio al brokeraggio da parte di ex agenti. Alle 1.670 società operanti sul mercato devono aggiungersi 793 ditte individuali, per un totale di 2.463 unità: tenuto conto dei soggetti non operativi, Aiba stima in 1.900 gli intermediari effettivamente attivi, tra società e ditte individuali. Aiba conta oggi su oltre 1.100 aziende associate che rappresentano circa l’80% del giro d’affari complessivo dei broker italiani, confermandosì così l’associazione largamente rappresentativa della categoria .
La Legge Gelli. Nel corso del suo intervento, il Presidente di Aiba ha proposto la “realizzazione di un vademecum sulla Legge Gelli, contenente le linee guida da seguire da parte di aziende ed esercenti le professioni mediche”, che possa aiutare tutte le parti interessate a trovare le risposte più adeguate alle diverse necessità in questa fase di cambiamento. Sulla proposta di Aiba sono convenute sia l’Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici) sia lo stesso onorevole Federico Gelli, che ha partecipato ai lavori via video-collegamento, che lavoreranno a stretto contatto per la realizzazione del documento.
La legge nasce con il principale obiettivo di garantire il principio della sicurezza delle cure e ridurre il contenzioso civile e penale riguardante la responsabilità medica affermando un efficace sistema risarcitorio per i danni sanitari subiti dai pazienti, con effetti positivi sulla serenità del comparto. Per comprendere la reale portata del provvedimento Aiba ritiene sia necessario attendere i decreti attuativi, nonché le indicazioni interpretative da parte della giurisprudenza.
“La maggior parte delle aziende sanitarie pubbliche e private di medio-grandi dimensioni si avvale della consulenza dei broker”, ha sostenuto Franzi de Luca, “sarebbe quindi opportuno il coinvolgimento di Aiba ai tavoli di discussione riguardanti interventi legislativi che, come nel caso della Legge Gelli, abbiano impatti diretti con l’attività assicurativa. Aiba potrebbe infatti fornire un contributo tecnico, di conoscenza dei dati statistici, derivante dall’esperienza professionale maturata dai propri associati nei diversi ambiti di mercato. Inoltre, anche in un ambito complesso come quello della sanità, il broker potrebbe agevolare un confronto virtuoso fra le parti, come di fatto avviene nella sua attività quotidiana”.
Le preoccupazioni per il nuovo impianto normativo non mancano: la legge prevede la facoltà di azione diretta della persona danneggiata nei confronti della compagnia, sulla falsariga di quanto avviene nella rc auto. “L’assicuratore”, ha aggiunto Franzi de Luca, “non avrebbe facoltà di opporsi entro determinati limiti, ma potrebbe poi rivalersi secondo logiche differenti nei confronti dell’assicurato. A questo proposito sarà determinante la conferma dell’opponibilità al terzo danneggiato dei differenti meccanismi di auto-ritenzione, per evitare un’eventuale situazione di crisi per il settore assicurativo, non ultimo le implicite problematiche di natura finanziaria”.
Pur nella consapevolezza della necessità di massima trasparenza, l’obbligo per le aziende sanitarie di pubblicare sul sito Web i risarcimenti liquidati negli ultimi 5 anni, potrebbe rappresentare un elemento di criticità. “Si potrebbe prefigurare un classico esempio di asimmetria informativa”, ha osservato il Presidente di Aiba, “le strutture con maggiore propensione alla gestione proattiva al contenzioso, potrebbero in realtà risultare meno virtuose sotto il profilo delle iniziative di gestione del rischio e della conseguente qualità, per via dei tempi lunghi dei contenziosi giudiziari che allungano i termini dei risarcimenti”.