01/06/2020 IL CORONAVIRUS FA ARRETRARE I PREMI DANNI
Dopo tre anni di crescita, nel primo trimestre 2020 i premi totali del portafoglio diretto italiano rami danni hanno subito uno stop, con un -0,5%. Colpa del coronavirus, che ha condizionato in modo forte sia i processi di vendita, sia l’operatività delle compagnie: non per niente, nel solo mese di marzo, le assicurazioni hanno dovuto pagare un dazio del 7% nell'intero comparto, (-12% auto - di cui 12% Rca e 12,1% Cvt - e -2,4% altri danni). Lo afferma l'Ania, nel suo esame dei premi trimestrali del ramo (le rilevazioni di marzo sono state effettuate su circa il 90% delle compagnie).
Le attività che in quel mese hanno subito maggiormente l'effetto Covid sono stati perdite pecuniarie (-30%), Rc veicoli marittimi (-17%), cauzione (-9%), infortuni (-7,5%), corpi veicoli ferroviari (-7%), malattia e assistenza (-4%), Rc generale (-3%), merci trasportate (-2%) e infortuni (-1%); sono invece cresciuti tutela legale (+2%), credito e altri danni ai beni (+5%).
Calo (quasi) generalizzato
Nell'intero trimestre, afferma la Confindustria assicurativa, la Rca è scesa del 5,5% (era -0,6% a fine dicembre) e il totale auto del 4,3%; il Cvt, che alla fine del primo trimestre 2019 sfiorava il +5%, ha frenato, chiudendo i primi tre mesi (+0,7%) per il calo del 12% registrato a marzo. Gli altri danni, sempre a fine trimestre, hanno chiuso con una crescita del 2,7%, contro il +6% dello stesso periodo dell'anno precedente.
Ma non tutti i rami hanno subito arretramenti; a fare eccezione corpi veicoli aerei (+126,2%), Rc veicoli marittimi (+67,5%), corpi veicoli marittimi (+50,7%), Rc aeromobili (+30%), tutela legale (+11,1%), malattia (+6,1%), corpi veicoli ferroviari (+4,5%), credito (+4,2%), cauzione (+3,4%) e Rc generale (+3%); sono cresciuti meno della media i comparti assistenza (+2,2%) e altri danni ai beni (+2,6%). In calo i rami perdite pecuniarie (-7,5%), infortuni (-1,1%), merci trasportate e incendio (-0,3%).
Chi dice auto dice agenti
Poco cambia, invece, nelle quote di mercato dei vari intermediari. Esaminando le imprese italiane ed extra Ue, sono sempre gli agenti a farla da padroni - anche se il loro market share è in diminuzione (dal 73% del primo trimestre 2019 al 72,3% odierno). Ancora alta la loro quota in Rc veicoli marittimi (87,8%), Rc auto (83,4%), altri danni ai beni (82,5%), Rc generale (80,6%), cauzione (78,2%), tutela legale (75,9%) e assistenza (74,9%).
Residuale, invece, la quota degli agenti in comparti come corpi veicoli aerei (2,9%), Rc aeromobili (9,9%) e corpi veicoli marittimi (17,3%): in questi rami dominano i broker, con una presenza rispettivamente del 90,9%, 92,2% e 82,7%. Nel totale danni, le società di brokeraggio si piazzano al secondo posto, a un'incollatura dalla doppia cifra (9,7%): oltre alle attività già sottolineate, questi intermediari sono forti nei business merci trasportate (51,4%) e corpi veicoli ferroviari (49,4%); buona anche la presenza nel ramo malattia (22,4%).
Il market share dei broker non considera però una parte di premi (nel 2018 era di 23,4 punti percentuali) che non raccolgono direttamente, ma presentano alle agenzie.
Se questo fenomeno si applicasse anche al primo trimestre 2020, la quota danni degli agenti scenderebbe a 48,9% e quella dei broker salirebbe a 33,1%.
Le filiali bancarie hanno invece archiviato il trimestre con una quota di mercato del 7,8% (7,7% nello stesso periodo dell'anno precedente), mentre la vendita diretta ha chiuso i tre mesi con la quota di 9,9% (era 9,4% l'anno prima); in particolare le agenzie in economia, gli intermediari a titolo accessorio che operano su incarico dell’impresa e i produttori diretti pesano per il 5,2% (4,9% nel primo trimestre 2019), mentre internet incide per il 3,5% (stabile) e i preventivatori per l'1,5% (2,9% nell'auto, 0,3% negli altri danni).