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  • Presentato a Milano il sesto rapporto sul welfare promosso da Assimoco (nella foto il Direttore generale Ruggero Fracchiami)

07/05/2019 STUDIO ASSIMOCO: WELFARE INTEGRATO PER RISPONDERE AI NUOVI BISOGNI

Per rispondere ai nuovi bisogni sociali è necessario un sistema integrato, che combini le varie componenti: pubblica, familiare, assicurativa e territoriale. E’ l’indicazione che emerge dal Sesto RapportoUn Neo-Welfare per la Famiglia. Cooperare per costruire un welfare integrato”, presentato ieri a Milano dal gruppo Assimoco, compagnia di riferimento del mondo cooperativo.

In base all’indagine commissionata a Ermeneia, Studi e Strategie di Sistema, il welfare pubblico viene privilegiato dal 50,7% dei caregiver (cioè di chi presta assistenza): l’utilizzo reale di queste tipologie varia tra il 22,5% e il 29,7% degli intervistati.

Tra il 18,5% e il 37,8% delle famiglie inoltre, utilizza il welfare assicurativo in tutti i suoi aspetti (copertura dei beni, salute, infortuni, assicurazione sulla vita, pensione integrativa, piani di accumulo di capitale). Al quarto posto viene collocato il welfare di territorio (volontariato, vicinato, cooperative, associazioni o gruppi spontanei di famiglie, welfare aziendale o di categoria). In questo caso il livello di utilizzo reale è compreso tra il 12,5% e il 18,2% degli intervistati.

L’indagine di Assimoco, che sarà presentata l’8 maggio al Senato a Roma, mette in evidenza che in una condizione “ideale”, per rispondere in maniera efficace alle proprie esigenze di welfare, ogni caregiver vorrebbe in media far ricorso a 2,2 tipologie di welfare.

In ogni caso la combinazione “ideale” mette sempre al primo posto il welfare pubblico, ma vorrebbe ricorrere maggiormente al welfare assicurativo in tutte le sue articolazioni: come le coperture sanitarie (al secondo posto), quelle pensionistiche (al terzo) e quelle relative a beni (al quarto posto).

 “Quando parliamo di welfare integrato, gli attori in scena sono tanti”, ha sottolineato Ruggero Frecchiami (nella foto), Direttore generale del gruppo Assimoco, “e oltre allo Stato e agli enti del terzo settore, anche le aziende che si occupano di costruire un’offerta dedicata alla protezione e alla tutela dei cittadini, e quelle che sentono di far qualcosa per la società. Il riferimento va alle B Corp, organizzazioni che hanno ottenuto una certificazione di eccellenza perché soddisfano i più elevati standard al mondo di performance sociale, ambientale ed economica. Le aziende italiane certificate sono oltre 80 e di questo gruppo fa parte anche Assimoco, prima compagnia in Italia a ottenere questa certificazione”,.

“Il 14,2% dei caregiver intervistati conosce o almeno ha sentito parlare di B Corp”, ha affermato Nadio Delai, presidente di Ermeneia, Studi e Strategie di Sistema, che ha curato il Rapporto 2019 sul Neo-welfare di Assimoco, “e il 40,8% di questi ultimi afferma che potersi assicurare con una compagnia “Certificata B Corp”, tramite una verifica periodica dell’applicazione effettiva delle regole internazionalmente definite a tale proposito, aumenterebbe ulteriormente la tranquillità e il benessere della famiglia”.

“L’Italia riveste un ruolo importante nel mondo delle B Corp”,  ha spiegato Matteo Pedrini, professore associato di Corporate Strategy presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano e responsabile delle attività di ricerca di Altis-Alta Scuola Impresa e Società della medesima università, “tanto da essere il secondo Paese europeo in relazione al numero di B Corp certificate, grazie a 76 società pari a circa il 15% delle 500 aziende certificate presenti in Europa”. Pedrini ha curato il capitolo “Le società benefit a supporto del neo-welfare: natura, benefici e prospettive”, del Rapporto Assimoco.

 

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