13/12/2018 RICERCA IPSOS-UNIPOL, GLI ITALIANI BOCCIANO IL SISTEMA DI WELFARE
Gli italiani bocciano i servizi di welfare del nostro paese, percepiscono la necessità di riformare il sistema e mettono la sanità al primo posto fra le aree considerate più importanti. Sono le principali indicazioni della ricerca “Gli italiani: bisogni, aspettative e scelte di welfare”, realizzata per il gruppo Unipol da Ipsos su un campione rappresentativo della popolazione italiana: è stata presentata alla nona edizione del Welfare Italia Forum 2018, nell’ambito del programma “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuove politiche sociali”.
L’evento del gruppo Unipol rappresenta un momento di incontro tra decisori politici e operatori attivi nei settori sanitario, socio-assistenziale e previdenziale con l’obiettivo di favorire lo sviluppo della White Economy, una filiera economica e occupazione in grado di contribuire attivamente alla crescita del Paese.
L’apertura dei lavori del Ministro per la Pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, ha poi preceduto l’avvio dei singoli tavoli di discussione, in cui si sono alternati interventi di scenario - Carlo Stagnaro, Direttore Osservatorio economia digitale Istituto Bruno Leoni, Alberto Brambilla, Presidente Centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali, Alessandro D’Adda, Partner Mbs Consulting – con le testimonianze dirette di Matteo Sarzana, General manager Italia di Deliveroo, Claudio Domenicali, Amministratore delegato Ducati, e Massimo Giupponi, Direttore generale Azienda di tutela della salute Brianza.
Alla sessione su equità, lavoro e generazioni con Leonardo Becchetti, Università di Roma Tor Vergata, Gian Carlo Blangiardo, Università di Milano Bicocca, e Pasquale Tridico, Università di Roma Tre, è seguito quindi l’intervento di Emmanuel Akpakwu, Project Lead Value in Healthcare del World Economic Forum.
A chiudere la mattinata, l’intervento del Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giovanni Tria. Sempre nell’ambito del Forum, Carlo Cimbri, Group Chief executive officer di Unipol, e Pierluigi Stefanini, Presidente di Unipol, hanno incontrato Jens Redmer, Head of product policy di Google, e Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la vita. Al centro dell’incontro la capacità di elaborare risposte ai nuovi bisogni di welfare, bilanciando la dimensione etica, economica, tecnologica.
La ricerca di Ipsos. In base alla ricerca, presentata dal presidente di Ipsos Nando Pagnoncelli, il giudizio degli italiani sui servizi di welfare è complessivamente negativo: sono valutati in modo pessimo o scarso dal 61% della popolazione – con punte del 75% nel Centro Italia - e in modo ottimo o buono dal 33%, percentuale che sale al 39% nel Nord Ovest.
Gli italiani percepiscono la necessità di riformare il sistema di welfare e riallocare le risorse pubbliche in modo più efficiente. Nel complesso, circa l’80% degli italiani è d’accordo sul fatto che il sistema sanitario di assistenza gratuita o a costi bassi sia sostenibile nel lungo periodo solo se si eliminano gli sprechi e i costi eccessivi della politica.
Tra i vari settori del welfare, la sanità è considerato quello più importante, l’unico a raccogliere più giudizi positivi (48%) che negativi (47%), ma a prevalere è il disincanto: il 68% degli italiani vorrebbe che nei prossimi anni lo Stato spendesse di più rispetto a oggi in sanità, ma soltanto il 15% è convinto che lo farà.
Le preoccupazioni personali per il futuro sono molteplici e riguardano soprattutto una possibile condizione di malattia o non autosufficienza (46%), l’inadeguatezza della pensione (36%), la difficoltà far fronte alle spese (30%) e la mancanza di una prospettiva lavorativa (29%).
Le opinioni degli italiani sulle strategie da mettere in atto per il futuro a livello di sistema sono però chiare: il 54% ritiene che si debbano mantenere tutti i servizi gratuiti o a basso costo solo per chi è in condizioni di povertà e farli pagare al resto della popolazione, il 15% vorrebbe un aumento delle risorse alzando le tasse, mentre il 6% è per la riduzione dei servizi (e dei costi).
Nonostante la consapevolezza che un sistema di welfare così strutturato non possa essere sostenibile nel lungo periodo, c’è una bassa partecipazione e informazione al riguardo. Per esempio, l’86% degli intervistati ha dichiarato di non essersi posto il problema di come affrontare in termini economici una possibile situazione di disabilità in vecchiaia.
Inoltre, soltanto il 22% degli italiani dispone di un’assicurazione sanitaria e il 61% non ha interesse a farla. Allo stesso modo, solo il 30% della popolazione dichiara di poter contare su un piano pensionistico integrativo.
Per questi motivi appaiono necessarie iniziative di comunicazione, in ambito pubblico e privato, che arrivino a tutta la popolazione, in grado di stimolare un approccio più proattivo del cittadino nell’ambito di una nuova offerta di welfare, efficiente, funzionale e accessibile a tutti.