25/01/2019 LE PROSPETTIVE DELLE RSA IN UNO STUDIO UBI BANCA
Invecchiamento progressivo della popolazione, aumento degli over 65, incremento delle persone affette da malattie croniche in un contesto nazionale in cui le strutture dedicate agli anziani non autosufficienti sono carenti. Parte da queste premesse il rapporto sulle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa), elaborato da Ubi Banca con il supporto di Duff & Phelps Reag e Legance - Avvocati Associati, due partner di rilievo nel settore immobiliare e legale.
L’analisi, oltre a fotografare la situazione attuale del settore, si concentra sugli scenari futuri e pone interrogativi soprattutto ai protagonisti del settore sanitario, finanziario, immobiliare, assicurativo e non profit, ovvero agli attori principalmente interessati allo sviluppo e ai modelli di gestione delle realtà assistenziali.
La popolazione al di sopra dei 65 anni, attualmente rappresentata da 13,6 milioni di persone, raggiungerà i 17,8 milioni nel 2035, con un incremento del 31%. Gli over 85 aumenteranno del 43%, passando dagli attuali 2,1 ai 3 milioni nel 2035 e sarà significativo anche l’incremento degli ultracentenari, attualmente 16mila ma destinati a diventare circa 42mila, con un incremento del 170%. Attualmente gli anziani non autosufficienti ospiti in Rsa sono oltre 20 mila e, secondo le stime elaborate dall’istituto di credito, nel 2035 saranno circa 600mila.
Nello scenario più ottimistico, con il 75% cento degli anziani non autosufficienti assistiti nelle Rsa, saranno necessari oltre 200mila nuovi posti letto. Calcolando un investimento medio per posto letto di 70mila euro, entro il 2035 si prevede un investimento complessivo di circa 14 miliardi di euro.
“I cambiamenti socio-demografici nazionali stanno condizionando l’aumento di una domanda abitativa attenta alla qualità, all’efficienza dei servizi e all’assistenza per la salute”, afferma Paola Ricciardi, Country Managing Director, Duff & Phelps Reag, “l’aumento dell’età media e del numero di abitanti over 65 anni, in particolare, sta evidenziando la crescente richiesta di strutture socio-assistenziali dedicate alla fascia di popolazione “Senior”. Dal punto di vista immobiliare questi fenomeni sociali si traducono nell’interesse verso i mercati alternativi, in cui sono incluse le Residenze Sanitarie Assistenziali”.
Al di là delle dimensioni strutturali del mercato italiano, ridotte rispetto ad altri Paesi europei, l’interesse degli investitori verso quest’asset class appare evidente. Nel 2017, anno record per gli investimenti corporate in Italia (circa 11 miliardi totali), il settore Rsa ha registrato volumi pari a circa 550 milioni di euro. In Italia sono circa 20 gli investitori istituzionali (Sgr/Sicaf) che gestiscono nei loro portafogli strutture sanitarie, tra cui le Rsa. In particolare, gli immobili risultano inseriti in 21 fondi immobiliari, specializzati nel settore healthcare, o caratterizzati da una diversificazione di asset class.
“Gli operatori investitori attivi nel settore delle Rsa”, commenta Monica Colombera, senior partner di Legance – Avvocati Associati, “devono tener conto della disciplina peculiare di carattere regionale che completa le regole di carattere generale. Considerate le esigenze delle utenze, è ragionevole che le regioni adottino ulteriori politiche di sostegno alle Rsa”.