16/07/2021 DONNE E GIOVANI, POCO SPAZIO NEL MONDO DEL LAVORO
Se donne e giovani fossero più presenti nel mondo del lavoro, i consumi in Italia crescerebbero di 47 miliardi di euro ogni anno. Lo afferma l'ultima edizione della ricerca internazionale Gai sull'attrattività-paesi, effettuata da Ambrosetti, con Aviva come partner assicurativo.
Nel dettaglio, con un tasso di occupazione femminile almeno in linea con Francia, Germania e Spagna i consumi aumenterebbero di 36 miliardi, per arrivare a 42 se le donne fossero pagate come gli uomini e a 47 se i cosiddetti Neet (disoccupati che non frequenta una scuola, né un corso di formazione o di aggiornamento professionale) fossero inseriti nel mercato del lavoro.
La situazione è ulteriormente peggiorata con il Covid: nel 2020, l'occupazione femminile è diminuita del 2.7% rispetto a quella maschile; tra gli under 34, il tasso di attività è invece calato dell'8%.
Nei raffronti internazionali, come brevemente anticipato, l'Italia ne esce con le ossa rotte: come partecipazione alla forza lavoro della popolazione femminile, è infatti al 123° posto su 144; per proporzione di donne adulte con almeno un titolo di studio secondario, è 59esima, preceduta, tra gli altri, da Uzbekistan e Kazakhstan; per proporzione di seggi parlamentari occupati da donne, infine, è 31esima, preceduta da paesi come Messico e Sudafrica.
"Per risolvere il problema della scarsa sostenibilità sociale è fondamentale rafforzare la collaborazione fra pubblico e privato", Arianna Destro (nella foto), chief customer officer e membro del management commitee di Aviva Assicurazioni. "Creare una maggiore inclusione nel mondo del lavoro e adottare politiche che supportino le donne, i giovani e le famiglie sono condizioni necessarie per rendere il paese più attrattivo nel suo complesso e allo stesso tempo permettere alle aziende di rimanere competitive sul mercato globale".