18/02/2019 ECCO IL CINEAS TARGATO MICHAUD
“Dal 1987, anno in cui fu fondato, il Cineas si occupa del rischio operativo. Un ambito che in quegli anni non era molto considerato, ma che sarebbe diventato un elemento cruciale per tutte le imprese. Assicurative e non”. Ad affermarlo è Massimo Michaud, vecchia conoscenza del mondo della polizza, che dallo scorso aprile è presidente del Cineas. Il manager (che, oltre a guidare l'istituto di formazione assicurativa, è – tra le altre cose – anche presidente di Cf assicurazioni, coordinatore del Cesia e responsabile di Kinetica) ha sostituito Adolfo Bertani, storico timoniere del Cineas e ora suo presidente onorario. “E voglio proseguire sulla sua strada”, sostiene Michaud, “continuando a sperimentare e a cercare nuove aree a cui dedicare master e corsi”.
Domanda. Che Cineas ha trovato all'atto del suo insediamento?
Michaud. Un istituto in continua trasformazione. Sotto la guida di Bertani, il Cineas ha erogato molti corsi, rinnovando spesso i suoi programmi formativi e sviluppando master sulle diverse tipologie di rischio. Ma ha anche messo a disposizione il proprio know how in diverse esperienze sul campo. Un esempio: dopo il terremoto dell'Aquila (2009), in collaborazione con il dipartimento della Protezione civile, ha valutato 20mila pratiche da parte dei cittadini danneggiati dal sisma. Nel contempo, ha ampliato il suo target formativo dalle assicurazioni a settori come industria, sanità, ambiente e loss adjusting. E ora è la volta di un master sulle abilità trasversali
D. Di cosa si tratta?
Michaud. Tra gli argomenti di cui ci occupiamo in questo corso ci sono negoziazione e problem solving; nell’evoluzione di questo master prevediamo di inserire gestione del cambiamento, comunicazione e capacità di risoluzione dei conflitti in maniera costruttiva, a cui neppure le più alte professionalità tecniche possono rinunciare. In passato, chi era tecnico rimaneva tecnico, chi era relazionale restava relazionale. Ora non più. Il master che il consorzio dedica a questi temi sarà avviato a giugno.
D. Facciamo un passo indietro: come è organizzata l’offerta formativa?
Michaud. Si divide in tre grandi aree. La prima è costituita dai master, studiati per fornire aggiornamento professionale sulle varie tematiche chiave del rischio operativo (per esempio, il cyber risk). La seconda comprende i corsi tailor made, costruiti direttamente con le imprese. Il terzo gruppo è quello dei corsi brevi – anche questi sono costruiti su misura per l'azienda, ma possono essere organizzati sia presso la nostra sede, sia all'interno delle strutture dell'impresa. Mentre i master sono incentrati in prevalenza sui rischi operativi, i corsi possono anche essere organizzati su altre attività che riguardano la vita dell'azienda.
D. Concentriamoci sui master: quali sono i principali temi trattati?
Michaud. Attualmente il Cineas eroga sette mastert tecnici, di cui tre sulla gestione del rischio in ambito industriale, ambientale, sanitario e assicurativo, tre nell’area del loss adjustment e uno sulle competenze trasversali. I master approfondiscono gestione del rischio, responsabilità professionale e tecniche assicurative; oltre ad argomenti come i rischi finanziari, quelli legati all’inquinamento, la business continuity, il crisis management, il cyber risk, la data protection (che trovano spazio anche nel percorso sinistri) e i rischi regolamentari, sempre più importanti in un'epoca in cui le norme aumentano e si sovrappongono. Inoltre, in questi mesi, stiamo lavorando a un progetto dedicato al risk management delle infrastrutture, in cui sono coinvolti vari docenti del Politecnico di Milano. Il progetto si pone l’obiettivo di contribuire a creare le competenze per individuare e valutare questi rischi, in particolare per quanto riguarda la manutenzione. Un’area di potenziale sviluppo della nostra formazione è quella di portare all’attenzione dei cda la tematica dei rischi per le figure chiave dell’azienda. Al giorno d'oggi, a prendere i carico i potenziali pericoli di tipo operativo deve iniziare in consiglio di amministrazione. Il rischio non è più solo materia per i tecnici: è un problema dell'azienda. Di tutta l'azienda.
D. Cadono le barriere tra tecnici e non tecnici, come si diceva prima...
R. Esattamente. L'impresa non può più pensare al rischio come fatto esclusivamente tecnico, ma deve mettersi nelle condizioni di esprimere precise direttive per mitigarlo. Se si verifica un incidente ma l'azienda (in particolare i suoi vertici) può dimostrare ha preso tutte le precauzioni necessarie, ridimensiona la sua posizione di responsabilità. Se invece questo non accade, il vertice aziendale ne è pienamente coinvolto. E i rischi operativi sono molti, e diversificati. La parte emergente è quella dei rischi intangibili: diffusione di segreti industriali o informazioni riservate, oppure comportamenti non consoni dei dipendenti – che espongono l'impresa a un danno reputazionale. I nostri corsi hanno anche una componente pratica: presentano infatti molte esperienze di incidenti e tipologie di danni. Per questo abbiamo tra i nostri docenti professionisti di società di bonifica, periti e altri esperti specializzati nella risoluzione dei casi critici.
D. A proposito: chi sono i vostri professori?
Michaud. I nostri 250 docenti vengono da vari ambiti: dalle aziende alle compagnie assicurative, dalle società di consulenza agli studi peritali, fino al mondo accademico.
D. E i vostri allievi?
Michaud. Nel mondo assicurativo, sono soprattutto figure che provengono dal mondo dell'underwriting, claims e peritale. Ma anche le reti agenziali sono sempre più interessate ai rischi; per questo target realizziamo corsi tailor made, anche blended, in cui alterniamo l’aula a sessioni live e lezioni in autoformazione. Nella sanità abbiamo soprattutto professionisti di questo settore, ma anche alcuni consulenti, risk manager, specialisti del settore assicurativo e del brokeraggio.
D. Qual è la percentuale degli assicurativi tra chi frequenta corsi e master del Cineas?
Michaud. Nei master, due terzi degli allievi vengono dal mondo assicurativo; nei corsi, invece, questa quota si abbassa a circa il 50%.
D. Altre innovazioni introdotte?
Michaud. Sto cercando di promuovere il consorzio come un luogo di confronto di esperienze professionali nella gestione del rischio, anche tra diversi settori. Abbiamo aperto tavoli dove allievi, soci, docenti, partner, associazioni e istituzioni in generale hanno la possibilità di confrontarsi in modo più ampio. Sono stati dunque istituiti il tavolo della sanità, quello del rischio nell'industria e l'osservatorio dei sinistri, dove autorità pubbliche, operatori del mondo assicurativo e del settore industriale si confrontano per ragionare sui grandi rischi e le problematiche collegate.
Alberto Mazza