CLOSE

This website uses cookies. By closing this banner or browsing the website, you agree to our use of cookies. CLOSE

  • Il logo di Aiba

02/07/2024 RAMI DANNI, IL CONTRIBUTO DEI BROKER ALLA CRESCITA

Dei 3,1 miliardi di euro di incremento registrati nel 2023 dai rami danni (+66%), 2 provengono dalle società di brokeraggio. In una situzione in cui, dal 2017, è in costante crescita il volume dei premi, sempre danni, gestiti dagli intermediari, salito da 13.466 (il 36,3% della quota di mercato) a 17.964  milioni di euro  (il 40,2%). Sono alcune delle cifre emerse dall'assemblea generale Aiba.

 

Polizze standard? No, grazie. La crescita, secondo il presidente dell'associazione Flavio Sestilli, risente anche dell'esigenza, espressa dalla clientela, di un ruolo consulenziale nella scelta delle soluzioni assicurative. "Il mercato assicurativo vede oggi troppo spesso polizze standard, non declinate per esempio sulle specificità di un settore di attività", ha affermato il leader dell'organizzzione di rappresentanza. "I broker attuano invece un approccio tailor made, sedendosi a fianco del cliente e identificando soluzioni di protezione il più possibile su misura. Guardando al futuro, vedo margini di ulteriore crescita per il nostro ruolo soprattutto per quanto riguarda tre grandi tipologie di rischio: i catastrofali, il rischio ambientale e la sicurezza informatica".
 

Rc medica. L'incontro ha anche offerto un dibattito sulla Rc medica, moderato da Danilo Ariagno, presidente del comitato tecnico scientifico di Aiba, che ha visto la partecipazione di Sestilli, Giovanni Cannavò, presidente della Società Scientifica Melchiorre Gioia, e Giulio Ponzanelli, docente di Istituzioni di diritto privato alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

Quest'anno, ha ricordato il presidente dell'Aiba, è stato emanato il decreto attuativo riferito alla legge Gelli-Bianco. "L'impianto è migliorabile sotto molti punti vista, noi siamo pronti a dare il nostro contributo e auspichiamo che si proceda al più presto in questa direzione. Occorre però anche un cambio culturale perché non può essere sostenibile un sistema in cui la colpa del medico è certa. Né dal punto di vista assicurativo, né soprattutto da quello della serenità in cui dottori e strutture dovrebbero poter operare per svolgere al meglio il loro indispensabile lavoro".