17/07/2018 RCA, ANAPA SCRIVE A DI MAIO CONTRO IL PROGETTO DELLE POSTE
Ad Anapa Rete ImpresAgenzia non piace il nuovo progetto di Poste Italiane, che aprirebbe al gigante giallo il mercato della Rc auto, senza escludere, in un secondo momento, anche lo sbarco negli altri danni. Per questo motivo, l'associazione ha inviato ieri una lettera a Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, chiedendogli di bloccare l'operazione. Anapa ha chiesto al vicepremier "di intervenire affinché tale disegno non si concretizzi, accogliendo le nostre osservazioni e condividendo le nostre preoccupazioni". L'ingresso in forze delle Poste nel mercato assicurativo e finanziario, afferma una nota dell'associazione, "potrebbe mettere a rischio i 300.000 posti di lavoro di coloro che operano nel settore tra agenti, impiegati, collaboratori. Un patrimonio umano da proteggere". A questo proposito Vincenzo Cirasola (nella foto), presidente dell'associazione, ha anche chiesto un colloquio con lo stesso Di Maio per spiegargli di persona la situazione. "Non è infatti accettabile", ha affermato Cirasola, "che una società il cui 35% è ancora in mano a Cassa Depositi e Prestiti, la cui forza è determinata dalla capillarità territoriale costituita da 13mila sportelli in tutta Italia realizzati a suo tempo con soldi pubblici, decida di fare concorrenza ai privati sfruttando la propria posizione dominante. La Rc auto è un mercato delicato e in piena trasformazione che oggi più che mai richiede una consulenza professionale e specialistica", ha proseguito il presidente di Anapa. "La raccolta premi degli ultimi dieci anni si è ridotta di circa 10 miliardi e questo può far pensare che sia una prodotto-commodity. Niente di più sbagliato. Anche in quel ramo il cliente sottoscrittore deve essere accompagnato da professionisti che sappiano spiegargli tutti i dettagli della polizza e lo tutelino, in risposta anche allo spirito delle direttive europee di nuova emanazione, come per esempio la Idd. Ripeto, come più volte ho detto, che non siamo contrari alla concorrenza purché tutti gli attori agiscano nello stesso playing field".
Alberto Mazza