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  • Claudio Demozzi

23/04/2020 DEMOZZI: "ECCO PERCHÉ SONO CONTRARIO ALL'INIZIATIVA UNIPOLSAI"

Allo Sna e al suo presidente Claudio Demozzi, l'iniziativa #UnMesePerTe di Unipol Sai proprio non piace. "Intendiamoci, tanto per non dare adito a equivoci: restituire ai clienti una parte del premio è giusto", vuole puntualizzare Demozzi a Iotiassicuro.it. "Sono le modalità con cui questa campagna è stata organizzata che noi non condividiamo".

E cioè? "Cioè, per restituire un mese di premio agli assicurati ci sarebbe stato un metodo semplice: prolungare di un mese la durata delle polizze Rc auto. Automaticamente. Invece, il cliente è costretto a iscriversi all'area registrata e si trova flaggato al massimo. Deve fornire il numero di cellulare e l'indirizzo e-mail alla compagnia. Quindi ci troviamo in una situazione che vede UnipolSai riconoscere la titolarità dei dati all'agente – e questo è molto positivo – ma nello stesso tempo bypassare questa situazione con la raccolta di informazioni direttamente dai clienti, resa necessaria per inviare loro il voucher. Che è a sua volta elemento indispensabile per ottenere lo sconto. Per non parlare di quanto valgono i dati, che fanno comprendere come questa riduzione, che teoricamente è dell'8%, venga ampiamente ripagata dai clienti. Anche perché, oltre alla registrazione obbligatoria, c'è una clausola: per avere la riduzione sul rinnovo occorre non modificare la polizza. Così, se un assicurato dovesse ottenere uno sconto indipendente dall'iniziativa, non può più chiedere il voucher. E questo è penalizzante. Non per niente, a schierarsi contro questa iniziativa sono state anche Codacons e Unione Nazionale Consumatori. Quest'ultima ha anche presentato un esposto all'Antitrust, chiedendo di accertare la correttezza della campagna promozionale".

E non è tutto. Secondo Demozzi, "c'è il problema dei clienti che non hanno dimestichezza con l'on line, o con le app, e si trovano spiazzati. E sapete che cosa fanno, per ottenere lo sconto, o solo per informarsi? Vanno in agenzia. Chiedono all'intermediario o a un suo impiegato di svolgere l'operazione. Mettendoli in pericolo, in un periodo così particolare e difficile. Per questo ci tengo a sottolineare: prima di orchestrare questa campagna, UnipolSai avrebbe dovuto mettersi d'accordo con gli agenti. E infatti molti di loro sono veramente perplessi, per non dire di più"

Eppure, il gruppo agenti non è contrario all'iniziativa. Anche sulla questione dei dati, che lei prima ha sollevato, una lettera dell'Aua indirizzata a Sna e diffusa ieri ha toni rassicuranti. Citiamo pari pari il passo del documento: "la raccolta di dati effettuata dalla compagnia in questo frangente è normata da accordi che tutelano ampiamente le nostre agenzie (per stessa ammissione pubblica dello Sna)". Come la mettiamo su questo? "L'ho già detto prima e lo ripeto: quello che tutela le agenzie riconoscendo loro la titolarità è un buon accordo", risponde Demozzi. "Ma qui il problema è un altro. La questione, cioè, non è la presenza e il contenuto dell'accordo dati. E' che, con questa iniziativa, Unipol se ne prende la titolarità con un'autorizzazione diretta dei clienti".

Il gruppo agenti ha anche ricordato che "le relazioni industriali" con la mandante sono prerogativa di loro esclusiva competenza... "Certo, è così: sono loro che devono trattare. Ma quando una situazione riguarda 4.000 agenti, diventa un fatto di mercato. Dare il via libera a interventi di questo tipo in un'impresa così importante come è UnipolSai può causare un effetto-imitazione tra le altre imprese. Se le agenzie non reagiscono nel caso di una compagnia leader, anche tutte le altre saranno rassicurate. E magari proveranno ad agire di conseguenza. L'Aua non si è schierato contro l'iniziativa perché è fiducioso che lo sforzo degli agenti verrà ripagato dalla compagnia. Ma lo ripeto: c'era una strada più semplice. E questa non è stata percorsa".

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