29/09/2020 COVID, COSÌ SI TRASFORMA L'INTERMEDIAZIONE ASSICURATIVA
Finora, in Italia non si sono verificati sinistri per difetti di consiglio o consulenza sulle coperture del Covid-19. Ma gli intermediari dovranno stare all'erta, ed evitare il verificarsi di questa evenienza, ma anche di altri nuovi pericoli, che si sono potenziati con l'emergenza-coronavirus.
Tra questi, il rischio cyber, già in forte crescita per la trasformazione digitale in atto, che agenti e broker dovranno fronteggiare da due diverse angolazioni: l'attività di assicuratori – fornendo coperture adatte – e quella imprenditoriale, e la conseguente necessità di proteggere i dispositivi aziendali.
Di questi argomenti si è parlato nel corso della tavola rotonda Cosa resterà del Covid-19: rischi e opportunità per gli intermediari assicurativi nel nuovo scenario, organizzata dal Cesia, centro studi di Cgpa Europe per l'intermediazione assicurativa, a margine della presentazione (ovviamente in streaming) del suo Annual Report. Al dibattito hanno partecipato tre esponenti del Cesia (Massimo Michaud, coordinatore, Pierpaolo Marano e Sara Landini, entrambi membri del comitato scientifico), oltre ad Anna Carla Nazzaro, professore ordinario dell’università di Firenze e Maurizio Hazan, avvocato.
“La pandemia ha creato le condizioni per una trasformazione del mercato assicurativo, in termini di domanda e offerta”, ha affermato Lorenzo Sapigni, rappresentante generale per l’Italia di Cgpa Europe in apertura di conferenza. “La crescente domanda di consulenza di individui e imprese per rispondere ai nuovi bisogni di protezione offre agli intermediari professionali la possibilità di consolidare il ruolo centrale che hanno nel mercato. D’altra parte, la digitalizzazione, sia dell’organizzazione del lavoro, sia delle attività rivolte ai clienti, origina rischi di diversa natura. Per gli intermediari è oggi essenziale rafforzare le conoscenze, da quelle tecnologiche ai nuovi rischi, per aumentare la capacità di prevenzione”.