27/05/2020 VITTORIA HUB: "ECCO COME LE INSURTECH CI TRASFORMERANNO"
Start up come ancora di salvataggio dell'economia. Ed ecosistemi insurtech come futuro imprescindibile per il mondo assicurativo. Sono queste alcuni dei temi affrontati nel corso del webinar organizzato ieri da Vittoria hub nell'ambito della Milano Digital Week, intitolato Il ruolo degli ecosistemi Insurtech nell'evoluzione dei servizi alla persona.
Saranno proprio le start up, ha affermato Gian Franco Baldinotti, ceo di Vittoria hub, "la risposta alla crescente domanda di occupazione a cui assisteremo nella fase immediatamente successiva all’emergenza". Data la loro giovane età, sarà più semplice per loro adattarsi all'economia di oggi; oltre a quello - ha aggiunto il timoniere dell'incubatore insurtech di Vittoria basato sull'economia open – avranno "bisogno di assumere ulteriori risorse per il proprio percorso di crescita". E andranno a creare posti di lavoro, che servono come il pane in questo periodo di crisi economica provocata dal Covid-19.
A chi dovranno ispirarsi le start up e le aziende in generale? Secondo Fabrizio Cardinali, cio di Vittoria hub, a Lorenzo De' Medici che, "in una Firenze divisa e reduce dalle pestilenze medievali, seppe ricreare un nuovo aere in città richiamando a sé menti straniere e geni creativi investendo nelle loro idee e nelle loro creazioni. Prima che sia troppo tardi, dobbiamo recuperare tale modello, ricreando un Rinascimento 2.0 in cui si ricerca cultura e innovazione, si ripone fiducia in visioni all’avanguardia e si valorizzano i talenti”.
La parola d'ordine sembra essere: la persona al centro. Con l'aiuto di "ecosistemi digitali integrati sulle necessità della vita quotidiana, customer journey basati sui comportamenti umani (e sulle interazioni uomo-macchina) e infine smart services permeanti che accrescono le nostre percezioni e capacità”, ha affermato Nicolò Soresina, coo di Vittoria hub.
Persona al centro un po' dappertutto, ma soprattutto nellla sanità: "l'invecchiamento della popolazione, la diffusione delle malattie croniche e ora l’emergenza Covid-19 hanno reso evidente che è necessario pensare a una integrated health, resa possibile dalla tecnologia", ha sostenuto Francesco Zaini, open finance director di G2 Startups. "Un nuovo approccio in cui la salute e il benessere delle persone sono al centro di un ecosistema di servizi".
Tra questi, il caregiver, cioè il familiare che si prende cura dei malati non autosufficienti. VillageCare, azienda specializzata nel sostegno on line a queste figure, ha presentato – con le parole di Silvia Turzio, ceo e cofondatrice - uno studio effettuato nel corso di questo mese su 1.000 famiglie, per cercare di capire come hanno gestito l'emergenza.
Ne è emerso che la galassia-caregiver è in gran parte femminile: l'85% sono infatti donne, il 46% fra i 50 e i 60 anni, e offrono sostegno a genitori (66%) e coniugi (14%) che non possono uscire da soli (73%), occuparsi della casa (68%) o prendersi cura di se stessi (33%). Nel corso dell'emergenza-coronavirus, il 45% dei caregiver ha visto crescere il carico di cura dei propri cari e il 27% ha perso l’aiuto di badanti o assistenti familliari.
Per il futuro, queste figure chiedono più informazioni e orientamento rispetto ai servizi offerti (88%), maggior supporto nell’assistenza al proprio caro (73%) e un aumento del sostegno psicologico (51%).
Enrico Levaggi