14/01/2020 IL RISCHIO INFORMATICO È IL PIÙ TEMUTO DALLE AZIENDE
Riscaldamento globale? Crisi politiche? Dazi? Macché. Secondo l'Allianz Risk Barometer 2020, sono i rischi informatici a turbare il sonno delle aziende più di ogni altro pericolo. Per la prima volta da quando la graduatoria di Allianz Global corporate & specialty viene realizzata (e cioè da nove anni).
In particolare, a temere il cyber risk è il 39% delle imprese di tutto il mondo (il campione è di 2.700 esperti, di 100 paesi, con possibilità di risposte multiple). Una cavalcata, quella delle paure derivanti dall'informatica, rapida e travolgente: solo sette anni fa, i timori derivanti dall'Ict spaventavano appena il 6% degli intervistati, piazzandosi al 15° posto. Ad approfondire i motivi di questo exploit, Marek Stanislawski, deputy global head of cyber di Allianz Global corporate & specialty. "Le grandi aziende", sostiene, "sono colpite da attacchi sempre più sofisticati e da ingenti richieste di estorsione. Cinque anni fa, una tipica domanda di riscatto sarebbe stata di decine di migliaia di dollari, mentre ora può superare il milione".
Al secondo posto del "barometro" Agcs, con il 37%, l'interruzione dell'attività, mentre sul terzo gradino del podio si piazzano, in crescita, i cambiamenti nella legislazione e nella regolamentazione (27%); balzo in avanti (e non è una sorpresa) anche per i cambiamenti climatici, che però non vanno oltre la settima posizione (17%).
Oltre a essere il primo rischio mondiale, quello informatico vince in Svizzera, Austria, Belgio, Francia, India, Sudafrica, Corea del Sud, Spagna, Svezia, Gran Bretagna e Stati Uniti. In Italia, invece, prevale la paura dell'interruzione di attività (ben il 51%); i pericoli derivanti dall'Ict, secondi, sono però temuti nel belpaese più che nella media mondiale (49%, in crescita rispetto al 38% del 2019).
Sempre nella classifiica italiana, terzo èè il danno d'immagine o di reputazione (29%), quinto nel 2019, che ha superato le catastrofi naturali, quarte con il 20%.
Enrico Levaggi