30/05/2022 POLIZZE ON LINE, SI PUÒ FARE DI PIÙ
Quasi la metà degli italiani sceglie di acquistare la sua polizza on line. Lo afferma una ricerca effettuata da Italian Insurtech Association, in collaborazione con Reale Mutua, Vite Sicure e Insurance Arena.
Secondo l'indagine, ad assicurarsi on line lo scorso anno è stato il 47% dei consumatori. Ma evidentemente non sempre per le polizze più importanti, se è vero che il 73% dei cittadini si rivolge agli intermediari tradizionali. C'è dunque una fetta di assicurati che sceglie agenti e broker per le soluzioni principali e l'on line per quelle secondarie.
Eppure, il mercato delle assicurazioni in rete è in aumento (prima della pandemia, i clienti interessati a sottoscriverle erano il 45%, oggi sono saliti al 77%). E il 93% è soddisfatto delle offerte acquistate.
Perché dunque lo sviluppo non è maggiore? A rispondere è il 65% di chi ha scelto una copertura on line, secondo cui in alcuni rami mancano prodotti da acquistare da remoto. Più precisamente, nei comparti on line dei rami salute, infortunio alla persona, viaggi e mobilità.
“I canali digitali di vendita devono rappresentare anche uno strumento chiaro di formazione ed educazione del consumatore-acquirente”, dice Simone Ranucci Brandimarte, presidente di Iia. “Da questo punto di vista l’offerta attuale non è sufficiente per rispondere alla domanda digitale del consumatore: è necessario che evolva in dimensioni e tipologie di prodotti (polizze pay per use, parametriche, on demand eccetera) che possono essere distribuite in modalità diretta, embedded o tramite le reti di intermediari”.
La ricerca ha anche osservato che, se Google o Amazon entrassero nel mercato assicurativo, per le compagnie potrebbero presentarsi problemi seri: il 75% degli intervistati ha infatti affermato che comprerebbe polizze distribuite da queste due aziende. “L’avvento di nuovi player nel settore", dice Ranucci Brandimarte, "comporta la necessità di aumentare la comprensione di questa nuova offerta digitale, se l’industria non vuole perdere competitività. La comprensione dei prodotti è una delle grandi barriere d’accesso al mercato assicurativo: è per questo che le compagnie devono investire in programmi di formazione, per i lavoratori della filiera ma anche per i consumatori che devono comprendere il valore di quelle soluzioni. Basti pensare che in Italia il 73% delle persone che praticano sport non ha attivato un’assicurazione, sebbene grazie alle polizze pay per use sia possibile assicurarsi e pagare per il singolo evento agonistico”.