10/02/2017 L’IVASS APRE UN’INDAGINE SULLE POLIZZE VITA DORMIENTI
L’Ivass (nella foto il presidente Salvatore Rossi) avvia un’indagine sulle “polizze vita dormienti”, dopo un confronto preliminare con le associazioni dei consumatori e l’industria assicurativa. Stavolta il faro della vigilanza assicurativa viene acceso sulle polizze vita che non sono state liquidate ai beneficiari e che giacciono presso le imprese, già prescritte o in attesa della prescrizione. Può trattarsi di polizze per il caso di morte dell’assicurato, della cui esistenza i familiari non erano a conoscenza, oppure di polizze “di risparmio” giunte a scadenza e non riscosse per vari motivi.
Oggi i diritti derivanti dalle polizze vita si prescrivono in dieci anni; oltre tale termine le somme sono devolute dalle compagnie al Fondo rapporti dormienti istituito presso la Consap. E’ importante invece assicurare che le somme frutto del risparmio e delle scelte previdenziali dei cittadini finiscano nelle mani dei beneficiari.
Il fenomeno delle polizze vita dormienti è all’attenzione a livello internazionale. L’indagine Ivass si propone di rilevare primi dati sull’ampiezza del fenomeno e i processi adottati dalle imprese per accertare l’eventuale decesso degli assicurati e rintracciare i beneficiari. Ma occorrono anche modifiche legislative. Oggi in Italia l’unico strumento (privato) per provare a verificare se un familiare deceduto aveva stipulato una polizza vita è rappresentato dal servizio Ricerca coperture assicurative vita dell’Ania.
Un primo passo da compiere sarebbe prevedere che le imprese di assicurazione abbiano accesso alla istituenda Anagrafe nazionale della popolazione residente (Anpr) e siano tenute a consultarla almeno una volta l’anno per verificare i decessi degli assicurati e attivarsi verso i beneficiari. In Francia una legge simile ha consentito di portare alla luce 5 miliardi di euro di somme dormienti.