08/10/2020 COVID-19, AGCS FA IL PUNTO SUI SINISTRI
Il coronavirus ha avuto un forte impatto sui sinistri, la cui entità è ora senza precedenti. Ma in futuro, proprio a causa della pandemia, potrebbero cambiare anche l'andamento degli indennizzi e l'esposizione al rischio, che durante il lockdown sono molto diminuite. Ad affermarlo è il nuovo rapporto di Allianz Global Corporate & Specialty, intitolato Covid-19 – Cambiamento nell’andamento dei sinistri.
Sinistri, quelli legati al Covid, che sono ancora difficili da stimare. Ma che, secondo i Lloyd's, dovrebbero tenere esposto il sistema assicurativo per un importo fino a 110 miliardi di dollari. Nel solo 2020, a titolo di esempio, Agcs ha riservato circa 488 milioni di euro per questi sinistri, soprattutto per la cancellazione di eventi live e lo stop alle produzioni cinematografiche.
Con la riduzione dell'attività economica durante il confinamento, gli indennizzi property e liability sono calati, per la dimunuzione degli incidenti in strada, sul lavoro e nei luoghi pubblici. Il fenomeno ha coinvolto molti business assicurativi, primi fra tutti i settori aviazione e trasporto merci. Ma non solo. Anche abitudini consolidate sono improvvisamente cambiate: negli Stati Uniti, per esempio, molti cittadini hanno scelto di negoziare accordi extragiudiziali per evitare di andare in tribunale, temendo un allungamento dei tempi a causa del Covid.
"L'epidemia di coronavirus ha ridotto il rischio in alcune aree e, allo stesso tempo, lo ha modificato e accentuato in altre", ha detto Thomas Sepp, chief claims officer di Agcs. "I cambiamenti avvenuti nella società e nel mondo industriale determinati e accelerati dalla pandemia avranno probabilmente un impatto a lungo termine sull’andamento dei sinistri e sul trend di richieste di indennizzo nel settore assicurativo corporate. La crescente dipendenza dalla tecnologia, il passaggio al lavoro da remoto, la riduzione dei viaggi aerei, l'espansione dell'energia verde e delle infrastrutture e il ripensamento delle supply chain globali daranno forma ai futuri scenari di sinistro per le aziende e i loro assicuratori".
"Ci sono stati indennizzi in alcuni rami di attività, come le assicurazioni per l’entertainment, che hanno subito un'impennata durante la diffusione del Covid-19, mentre le richieste di risarcimento per danni a property e liability sono diminuite durante i periodi di lockdown", aggiunge Philipp Cremer, global head of claims di Agcs. "C'è ancora la possibilità che i sinistri si verifichino con la riapertura delle fabbriche e la ripresa delle attività dopo i periodi di fermo e considerando le tempistiche più lunghe nei sinistri di responsabilità verso terzi nei rami long tail".
L'impatto sul business
Ma qual è stato l'impatto del coronavirus sui sinistri dei vari rami? Ha risposto il report di Allianz Global Corporate & Specialty, analizzando alcuni casi interessanti.
A cominciare dall'aviazione, che è stata interessata dai pochi sinistri direttamente collegati al Covid-19 nell'industria aeronautica. Il report Agcs osserva infatti che le denunce di responsabilità civile dove i passeggeri hanno citato in giudizio le compagnie aeree per cancellazioni o interruzioni, si sono verificati, ma in numero limitato.
La forte diminuzione del traffico aereo (che lo scorso aprile ha fatto registrare un -94% su base annua) ha anche causato un forte calo degli incidenti di scivolamento e caduta negli aeroporti. Tuttavia, osserva Jörg Ahrens, global head of long tail claims di Agcs, “sebbene gran parte della flotta aerea mondiale sia stata messa a terra, le esposizioni ai sinistri non sono scomparse". Al contrario, ci sono ancora, cambiano e possono creare nuove concentrazioni di rischio. Per esempio, il pericolo di uragani, tornadi e grandinate per gli aerei a terra.
Passiamo al property: qui, afferma il report, gli indennizzi per danni alle cose non sono stati influenzati in modo significativo dal coronavirus, perché "i fattori che normalmente portano a un sinistro come gli eventi atmosferici non sono correlati a questa situazione", si legge in una nota. Tuttavia, ci sono pericoli in agguato nel periodo della ripresa, che vede intensificarsi l’attività nelle linee di produzione e può quindi rendere più forte il rischio di guasti e danni ai macchinari e persino di incendi e di esplosioni. "Il riavvio di una fabbrica è un vero stress test", afferma a questo proposito Raymond Hogendoorn, global head of short-tail claims di Agcs. "Abbiamo già visto alcune richieste di risarcimento relative a quest’accelerazione negli ultimi mesi, e potrebbero essercene altre in futuro".
Per quanto riguarda l'interruzione di business, il report afferma che spesso questi sinistri possono non essere coperti, vista l’assenza di danni materiali. Però il Covid ha avuto un impatto differente sulla liquidazione dei sinistri di interruzione dell’attività standard. Da una parte, il fermo delle fabbriche non ha provocato indennizzi alti e frequenti di business interruption, dato che produttori, i loro clienti e i fornitori hanno chiuso o ridotto la produzione. Ma le misure di contenimento durante il lockdown possono portare a sospensioni più lunghe e costose, dato che lo stop all'accesso impedisce di mitigare in modo efficace le perdite e prolunga il periodo per ripristinare l'attività.
Passiamo alla responsabilità civile amministratori, dove le richieste di indennizzo sono solitamente spalmate sul lungo periodo e con ritardi nelle denunce. Per questo motivo, vari casi legati al coronavirus potrebbero non essere ancora noti. Si sa, però, che vari focolai si sono sviluppati in ambienti di lavoro ad alto rischio come palestre, casino, case di cura, navi da crociera o impianti di lavorazione nell’industria alimentare. E' ancora tutto da vedere, sembra quindi di capire. Potrebbe, cioè, verificarsi un'ondata di insolvenze e di contenziosi, di controversie contro le aziende e i loro amministratori, con relative richieste di risarcimento per le polizze D&O.
Le tendenze a lungo termine
Che cosa succederà, dunque, nel medio e lungo periodo? Che cosa dovranno fare le aziende per tutelarsi dal punto di vista assicurativo? Secondo Agcs, molte imprese dovranno rivedere e ridurre i rischi delle loro supply chain e pianificare una linea di difesa più efficace. Riorganizzando le aree di produzione critiche a causa degli stop causati dal Covid-19. Questa azione, recita la nota, "avrebbe probabilmente un impatto sulla frequenza dei sinistri e sui costi di eventuali future interruzioni dell'attività".
L'affermazione del lavoro da casa, invece, potrebbe avere un impatto al ribasso sul mercato immobiliare. Senza parlare che più dipendenti che lavorano a casa significa anche più pericoli legati all'informatica e una maggiore esposizione ai rischi di responsabilità nei confronti dei lavoratori.
Alberto Mazza