18/03/2025 COFACE, L'ANALISI SULLE ELEZIONI IN GROENLANDIA
Le esternazioni del presidente americano Donald Trump, unite all'insoddisfazione nei confronti del governo uscente, hanno favorito il cambio al vertice in Groenlandia, che ha portato alla vittoria il centro-destra degli indipendentisti "sostenibili". Ma nell'esito del voto, afferma una nota di Coface, di ideologico c'è ben poco.
Cambio al vertice. "Il voto del 12 marzo", si legge in un'analisi della compagnia assicurativa specializzata nei rami crediti e cauzioni, "ha segnato una svolta negli equilibri politici groenlandesi. Per la prima volta dalla conquista dell'autonomia nel 1979, i partiti di sinistra e centro-sinistra, Inuit Ataqatigiit (Ia) e Siumut, hanno perso la maggioranza nell'Inatsisartut (parlamento). Il partito social-liberale Demokraatit ha aumentato la propria rappresentanza da due a dieci seggi, mentre la formazione indipendentista Naleraq ha raddoppiato i propri deputati passando da quattro a otto".
Preoccupazioni per l'economia. I risultati, prosegue la nota di Coface, "non rappresentano tanto uno spostamento ideologico quanto piuttosto un segnale di insoddisfazione verso la coalizione uscente. L'elettorato groenlandese ha manifestato preoccupazioni economiche concrete, in particolare riguardo alle norme sulla pesca, percepite come un favore ai grandi gruppi industriali a scapito dei piccoli pescatori indipendenti. Anche la crescente inflazione, che ha eroso il potere d'acquisto delle famiglie, ha alimentato il malcontento popolare".
Un no a Trump. A influire sul risultato hanno contribuito anche le dichiarazioni di Trump sul progetto di integrazione della Groenlandia negli Stati Uniti: secondo un sondaggio dello scorso gennaio, "l'85% dei groenlandesi ha respinto l'ipotesi di abbandonare il Regno di Danimarca per diventare un territorio americano". Indipendenti, altrimenti danesi.
Indipendenza graduale. La vittoria di Demokraatit ha cambiato anche l'approccio all'indipendentismo: il sondaggio già citato ha visto il 56% dei 57.000 groenlandesi esprimersi a favore della sovranità; tuttavia, la percentuale cala drasticamente qualora il distacco dalla Danimarca dovesse provocare un calo del tenore di vita.
"Demokraatit", afferma Jonathan Steenberg, economista di Coface per il Nord Europa. propone una strategia di indipendenza sostenibile, evitando scelte che potrebbero compromettere il benessere dei cittadini. Il partito intende rafforzare le basi economiche del paese prima di procedere verso la sovranità, considerando che circa metà del bilancio pubblico groenlandese dipende ancora dai trasferimenti danesi. Gli interessi americani nella regione sono evidenti: la Groenlandia offre una posizione militare privilegiata nell'Artico, il potenziale controllo delle future rotte commerciali che si apriranno con lo scioglimento dei ghiacci, e soprattutto l'accesso a giacimenti di minerali critici. Il territorio ospita ben 23 minerali strategici secondo le stime della Commissione Europea, una risorsa di valore inestimabile nell'attuale scenario globale."
Politiche estrattive, si cambia. La lista vincitrice, però, non ha i numeri per governare da sola: è quindi probabile un governo di coalizione con Siumut (parte dell'esecutivo uscente) e Atassut (partito unionista, filo-danese e filo-Ue, che esprime circa il 7% dei consensi groenlandesi).
Nonostante la probabile presenza di Siumut nel nuovo esecutivo, il ribaltone elettorale potrebbe portare a un cambiamento sulla gestione dei minerali, riconsiderando il divieto imposto nel 2021 sull'estrazione dell'uranio e incentivando gli investimenti privati, compresi quelli statunitensi, afferma la nota di Coface.
Nuovi scenari nell'Artico. La marcia della Groenlandia verso l'indipendenza avviene proprio mentre l'Islanda si avvicina all'Unione Europea: "dopo le consultazioni del novembre 2024", afferma Coface, Reykjavik "è ora guidata da un governo favorevole a un referendum per l'adesione all'Ue nel 2027. Anche in Norvegia cresce il dibattito sulla collaborazione con Bruxelles, sebbene l'opinione pubblica resti prevalentemente contraria all'ingresso nell'Unione".
"Stiamo assistendo a un riposizionamento degli equilibri geopolitici nell'area artica che influenza direttamente le scelte politiche e commerciali di diversi paesi", dice Ernesto De Martinis, ceo regione Mediterraneo & Africa di Coface. "Il recente aumento degli investimenti nella difesa annunciato dalla Danimarca e il crescente interesse per i referendum di adesione all'Ue in Islanda sono segnali concreti di questo cambiamento. La Groenlandia, con le sue risorse strategiche e la posizione geografica privilegiata, sta diventando un punto focale nella competizione tra potenze globali, con ripercussioni dirette sugli assetti economici e commerciali dell'intera regione nordica."