05/07/2023 ALLIANZ TRADE: IL PETROLIO SCENDE MA I BIGLIETTI AEREI AUMENTANO
Il prezzo del petrolio scende, la domanda di viaggi sale a livelli quasi pre-pandemici ma i biglietti aerei aumentano in media del 20%. A cercare di fornire una risposta a questo bizzarro fenomeno è uno studio di Allianz Trade, che ha cercato di identificare i motivi di questa evidente discrasia.
La causa del fenomeno, secondo Allianz Trade, risiede nella “disponibilità dei posti per viaggiare, perché la capacità limitata frena il potenziale di guadagno delle compagnie aeree”.
I produttori, si legge nello studio, si stanno riprendendo lentamente dal forte calo delle consegne del 2020, “e non riusciranno a garantire la quantità di velivoli pre-crisi (ovvero, 1.600 nuovi jet passeggeri per anno) nel 2023”.
Nel 2018-2019, “il settore ha visto circa 1.600 consegne annuali di aeromobili, a livello globale. A causa della pandemia prima, dei colli di bottiglia delle catene di approvigionamento e la scarsità di componenti successivamente, le consegne si sono dimezzate nel 2020 e hanno iniziato a migliorare progressivamente solo in seguito. Nel 2022, le consegne di aeromobili sono cresciute del +19,1% su base annua e i posti disponibili per chilometro a livello mondiale sono aumentati del +39,6% su base annua. Per il 2023 si prevede una crescita delle consegne del +19,8%, ma l'attuale ritardo non sembra corrispondere ai piani ottimistici dei produttori di aerei. Questa limitazione dell'offerta”, recita ancora la nota, “potrebbe, quindi, giustificare l’aumento stesso delle tariffe”.
I margini delle compagnie aeree stanno comunque beneficiando del caro voli e della diminuzione delle spese operative. “Anche se i prezzi del jet fuel, che rappresentano il 30% dei costi, rimangono al di sopra del livello pre-pandemia (diminuiti del 36%, a 91,3 dollari al barile), circa la metà del picco di un anno fa. Allo stesso tempo, le tariffe aeree sono aumentate, soprattutto per le rotte internazionali come quelle tra Stati Uniti ed Europa (+23% in media da inizio anno). Analizzando gli aumenti dei prezzi in dettaglio, le tariffe aeree del segmento non premium sono aumentate in media del 20% da inizio anno, mentre per le premium il rincaro è nell’ordine del 2%”.
Ma attenzione a non tirare troppo la corda: la Iata stessa ha cercato di individuare il punto in cui gli aumenti potrebbero causare un calo della domanda, innescando una spirale di rinunce ai voli e, quindi, di minori introiti per le compagnie aeree. Per questo motivo, l’organizzazione dei carrier si è chiesta se esista un “tetto massimo al prezzo per chilometro” oltre a cui la domanda scenda, perché il consumatore non può più sostenerne i costi.
Alberto Mazza